AmazonArt, la nuova frontiera
AmazonArt è la realtà inaugurata una ventina di giorni fa. Una nuova piattaforma per l’acquisto online di opere d’arte. La vendita digitale esisteva già, ma il colosso statunitense sta ora spopolando e contribuisce massivamente alla ormai sempre più sicura ascesa di questo metodo commerciale.
Non si può dunque non parlare di commercio. Su base commerciale (tag a parte) sono infatti accostati gli articoli in vendita, ovviando a qualsiasi principio storico. Più di 4.500 artisti e circa 40 mila opere dai 10 dollari ai 5 milioni instaurano su unico banco la desacralizzazione e la banalizzazione dell’arte e di quanto essa significhi.
Un Monet morto e sepolto stringe relazioni con un Warhol d’oltreoceano: questo è un esempio lampante di perdita di identità. Chi compra esclusivamente per investimento è di certo facilitato nella ricerca, si perde tuttavia la memoria e la benché minima coscienza in ambito artistico.
Come il legame tra l’artista e il curatore, il critico d’arte o il gallerista che sia non è più quello di un tempo, così quello tra l’artista e il compratore ultimo è cambiato. Da tempo il processo evolutivo è in corso e il corrente è solo uno dei suoi sviluppi. L’attributo “evolutivo” implica un mutamento verso il meglio e quindi possibilmente da assecondare senza considerarlo “positivo” in senso hegeliano, ossia “imposto”. Potrebbe sempre essere una delle numerose mutazioni, ineluttabili mutazioni.
Il colosso Amazon si accorda con gallerie autorevoli e assieme stabiliscono i pezzi d’arte da proporre. Il controllo prima di lanciare le opere è serrato e viene applicata l’ordinaria garanzia A-Z a favore del cliente assistito. Per ora sono stati proposti soltanto fotografie e dipinti, a cui probabilmente presto si aggiungeranno sculture.
Un fiore all’occhiello di AmazonArt è dato dall’assenza di qualsiasi forma di asta preliminare alla vendita, come invece opera online Paddle8. Paddle8 di New York è peraltro, con la Holden Luntz Gallery, una delle 150 gallerie con cui si è associato Amazon.
AmazonArt costituisce un’ulteriore possibilità per ampliare il pubblico ed educarlo, privilegiando un’arte che non sia più d’élite. Del resto, è doveroso attenersi all’attuale realtà e ai bisogni d’oggi. Il bacino d’utenza dei servizi culturali è così sempre più esteso, la cultura sempre più omogeneamente spalmata, con rari picchi d’eccellenza. Ce n’è per tutti o quasi.
L’accessibilità immediata e la procedura quasi tale riguardante al possesso sono un tutt’uno con la distanza effettiva tra lo spettatore e l’opera. Dimenticatevi di analizzare la superficie di sbieco, isolare i dettagli insignificanti, allontanarsi è valutare l’opera nella sua totalità, annusarla, magari passarci i polpastrelli, contemplarla, eccitarsi, astrarsi, rimanere indifferenti.
Con un click, spazialità e temporalità vengono infrante per divenire sogni che spesso restano sul cuscino dell’inerzia. Il significato si ritrova quando finalmente si ha il privilegio e si vive la fatica di godere di un esemplare originale e di abbandonare il virtuale. Alzatevi e viaggiate. È il momento di far lavorare in sinergia le possibilità immani di cui godiamo per acculturarci.
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