La scelta di Barbara (Film, 2012)
La scelta di Barbara è stato presentato al Festival del Cinema di Berlino dove ha vinto un meritato Orso d’Argento per la miglior regia (Christian Petzold). In Italia non è praticamente uscito nei cinema – salvo poche eccezioni – anche se è stato distribuito da Bin a partire dal 14 marzo 2013. Sky lo sta programmando tra le novità culturali di ottobre, come pellicola di punta nel canale tematico Cult. Petzold (1961) è un regista tedesco attivo anche in televisione, appartiene alla scuola di Berlino, scrive quasi sempre insieme al maestro Farocki, dedicandosi a un cinema sociale, realista e politico.
Il film rientra nel filone delle ultime scelte tematiche del regista che ha deciso di raccontare conflitti umani – che sfociano in scelte di vita – in ambito lavorativo. Il film è ambientato molto bene nel 1980, nella Germania Est comunista, prima della caduta del muro di Berlino, quando il mondo era ancora diviso in due blocchi. Barbara (Hoss) è una dottoressa che vorrebbe espatriare nella Germania Ovest, ma viene trasferita per punizione in un piccolo ospedale al nord del paese, dove le sue mosse sono sorvegliate dalla Stasi. Il fidanzato della ragazza vive dall’altra parte del muro e sta organizzando la fuga a Ovest: tutto dovrebbe avvenire via mare, di notte, scappando in Danimarca a bordo di una zattera a motore. Le cose non vanno come previsto. L’amore che nasce tra Barbara e il collega André (Zehrfeld) ci mette lo zampino, ma sono determinanti anche la passione per il lavoro e il desiderio di non abbandonare tanti pazienti curati con dedizione. Barbara decide di far partire Stella, una giovane paziente in fuga da un centro di rieducazione, con cui ha stretto un rapporto di amicizia. Barbara sceglie di dare un futuro e una speranza alla ragazza ma anche di continuare a fare il suo lavoro nel suo paese, accanto a un uomo che crede di amare. Stupendo il finale, girato dal regista inquadrando uno scambio di sguardi tra Barbara e André, soffermandosi sul sorriso di un uomo meravigliato dalla scelta della donna.
La scelta di Barbara è una pellicola girata con tecnica sopraffina, sceneggiata senza tempi morti, ben fotografata tra sequenze in livido color lunare e intensi panorami sfavillanti, suono in presa diretta, rumore di vento, piani sequenza su mare e campagne verdissime. Interpretazione da manuale, soprattutto Nina Hoss, che sembra uscita da un set di Ingmar Bergman. Per amore di un uomo e del suo mestiere Barbara accetta di rinunciare alla libertà. Christian Petzold racconta una storia semplice, dimostrando una volta di più che per fare buon cinema non serve una sceneggiatura zeppa di avvenimenti e di colpi di scena, ma bastano poche cose raccontate bene. Lo stile di regia è la cosa migliore, il valore aggiunto che rende esplicito un messaggio politico di amore e libertà, leggibile tra le righe di ogni sequenza, fino alla sorprendente scelta finale.
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Regia: Christian Petzold. Soggetto e Sceneggiatura: Christian Petzol, Harun Farocki. Fotografia: Hans Fromm. Montaggio: Bettina Böhler. Musiche: Stefan Wil. Scenografia. K. D. Gruber. Costumi: Anette Guther. Trucco: Barbara Kreuzer, Alexandra Lebedinsky. Produttori: Florian Koerner von Gustorf, Michael Weber. Case di Produzione: Schramm Film Koerner & Weber, ZDF, Arte. Distribuzione: Bim Distribuzione. Genere: Drammatico. Durata: 105’. Interpreti: Nina Hoss, Ronald Zehrfeld, Rainer Bock, Christina Hecke, Claudia Geisler, Peter Weiss, Carolin Haupt, Deniz Petzold, Rosa Enskat, Jasna Fritzi Bauer, Mark Waschke.
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[NdR – L’autore dell’articolo ha un suo blog “La Cineteca di Caino”]