Lilli Carati, un’icona che scompare
La scomparsa di Lilli Carati (Ileana Caravati), una delle attrici più affascinanti degli anni Settanta, non ha sorpreso gli appassionati. Erano noti i problemi di salute che le avevano imposto di abbandonare il set di un ultimo film – La fiaba di Dorian di Luigi Pastore – a lungo ricercato, per dimostrare che aveva ancora qualcosa da dire. La malattia ha avuto la meglio, nonostante alcune operazioni, Ileana non ce l’ha fatta. Mi ha commosso un post di Gloria Guida sulla sua pagina Facebook: “Addio Lilli, quanta nostalgia di quegli anni spensierati!”.
Resta una breve quanto sfortunata carriera, che proviamo a ripercorrere. Lilli inizia come modella, Miss Eleganza Calabria e seconda a Miss Italia 1974. Debutta nel cinema l’anno successivo, nei panni della ballerina Chewingum nel segmento Acqua contenuto nella commedia a episodi Di che segno sei? di Sergio Corbucci. Celentano e Melato sono i veri protagonisti, ma lei dimostra subito di saperci fare. Volto angelico, occhi tristi, fascino prorompente e fisico statuario la impongono come protagonista della commedia sexy. La professoressa di scienze naturali (1976) di Michele Massimo Tarantini vede Lilli in primo piano come provocante insegnante che sconvolge adolescenti in calore. Bruno Corbucci la vuole nel cast di Squadra antifurto (1976) e Squadra antimafia (1978), due Nico Giraldi movie costruiti sulla comicità di Tomas Milian.
La commedia sexy è il genere che sfrutta meglio le doti di Lilli, che nel 1977 torna in classe, questa volta da studentessa, ne La compagna di banco, per la regia di Mariano Laurenti. Se nel primo film aveva imitato la Fenech (L’insegnante), qui il modello è Gloria Guida (La liceale), di cui è quasi un alter ego dai capelli scuri. Fernando Di Leo – uno che il cinema lo sapeva fare – intuisce le potenzialità di una simile coppia sexy e sceglie Guida e Carati come protagoniste dello sconvolgente e discusso Avere vent’anni (1978). Lilli Carati si ricorda per alcune apparizioni nel poliziottesco: Poliziotto sprint (1977) di Stelvio Massi e L’avvocato della mala (1977) di Alberto Marras. La sua bravura, non inferiore al fascino, non poteva farle mancare l’approccio con la commedia d’autore. Nel 1978, Lina Wertmüller la vuole nel cast de La fine del mondo nel nostro solito letto in una notte piena di pioggia.
Purtroppo Lilli accetta di interpretare ruoli in pellicole non eccezionali, dirette da registi modesti, ancor meno che onesti artigiani. Le evase – storia di sesso e violenza (1978) di Giovanni Brusatori, è una di queste, una storia torbida, un prison-movie dal taglio erotico e violento. Candido erotico (1978) e C’è un fantasma nel mio letto (1981) di Claudio De Molinis, pseudonimo di Claudio Giorgiutti, sono ancora peggiori. Lilli Carati è bella e sensuale, di una bellezza selvaggia, per niente tranquillizzante, che irretisce con lo sguardo da gatta e il magnetismo animale. Pasquale Festa Campanile le serve l’occasione della vita e la sceglie come protagonista di due pellicole come Il corpo della ragassa (1979) e Qua la mano (1980). Il corpo della ragassa è tratto da un romanzo di Gianni Brera, il film più bello interpretato dall’affascinante attrice lombarda, accanto a Enrico Maria Salerno. Qua la mano è un film in due episodi che vede la Carati solo ne Il prete ballerino con Adriano Celentano. Senza buccia (1979) di Marcello Aliprandi (1979) è una coproduzione italo – spagnola che vede riunite tre bellezze come Lilli Carati, Ilona Staller e Olga Karlatos. Un film scritto da Ugo Liberatore, un inno all’amore libero sulla falsariga del vecchio Bora Bora (1965).
Torna la commedia sexy con Il marito in vacanza (1981) di Maurizio Lucidi, una pochade nata come erotico-scolastico, riadattato a storia di tradimenti. Magic Moments (1984) di Luciano Odorisio (1984) è un passo falso, una pellicola che vorrebbe essere d’autore ma che mette insieme una serie di banalità sul mondo del cinema. Lilli Carati diventa attrice simbolo del compianto Aristide Massaccesi, in arte Joe D’Amato, che gira con lei quattro pellicole erotiche ispirate a Tinto Brass: L’alcova (1985), Il piacere (1985), Lussuria (1986) e Voglia di guardare (1986). Erotismo patinato, fotografato con perizia tecnica, interpretato con professionalità, lavori di alto livello che godono di un’ambientazione perfetta. Purtroppo dopo queste interpretazioni, Lilli Carati si lascia convincere da Giorgio Grand a recitare in alcuni film pornografici insieme a Rocco Siffredi: Una ragazza molto viziosa, Una moglie molto infedele e Il vizio preferito di mia moglie, ai quali fanno seguito alcuni lavori di montaggio. Non è il caso di parlarne, né di approfondire.
Lilli Carati è un’attrice di buona professionalità, carattere introverso e umorale, abbandonata a sé stessa, si perde nei meandri della Roma tentacolare e cade preda di spirali perverse. La sua vita privata condiziona le scelte professionali e le fa conoscere umilianti traversie giudiziarie dalle quali viene fuori lavorando in una comunità di recupero. Nel 1991, Lilli Carati appare in televisione nel quiz La verità condotto da Marco Balestri su Canale Cinque. Si presenta come concorrente utilizzando il vero nome. Negli anni Duemila torna alla ribalta rendendo noti i problemi personali e la voglia di recitare ancora. Stracult di Marco Giusti, nel 2008, diffonde una sua lunga intervista. Nel 2011, dopo 24 anni di assenza dal set, si rende disponibile a interpretare La fiaba di Dorian, un thriller di Luigi Pastore, ma deve rinunciare per gravi problemi di salute.
Lilli Carati muore il 20 ottobre del 2014 per un tumore al cervello. La ricorderemo sempre come l’hippie trasgressiva di Avere vent’anni, eternamente giovane.
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Filmografia di Lilli Carati: Di che segno sei? di Sergio Corbucci (1975); La professoressa di scienze naturali di Michele Massimo Tarantini (1976); Squadra antifurto di Bruno Corbucci (1976); La compagna di banco di Mariano Laurenti (1977); Poliziotto sprint di Stelvio Massi (1977); L’avvocato della mala di Alberto Marras (1977); Squadra antimafia di Bruno Corbucci (1978); Avere vent’anni di Fernando Di Leo (1978); La fine del mondo nel nostro solito letto in una notte piena di pioggia di Lina Wertmüller (1978); Le evase – storia di sesso e violenza di Giovanni Brusatori (1978); Candido erotico di Claudio De Molinis (1978); Il corpo della ragassa di Pasquale Festa Campanile (1979); Qua la mano di Pasquale Festa Campanile (1980); Senza buccia di Marcello Aliprandi (1979); C’è un fantasma nel mio letto di Claudio De Molinis (1981); Il marito in vacanza di Maurizio Lucidi (1981); Magic Moments di Luciano Odorisio (1984); L’alcova di Joe D’Amato (1985); Il piacere di Joe D’Amato (1985); Lussuria di Joe D’Amato (1986); Voglia di guardare di Joe D’Amato (1986); Una ragazza molto viziosa di G. Grand (1987); Una moglie molto infedele di G. Grand (1987); Il vizio preferito di mia moglie di G. Grand (1988).
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[NdR – L’autore dell’articolo ha un suo blog “La Cineteca di Caino”]