Banda larga nello Sblocca Italia
Nel decreto governativo cosiddetto Sblocca Italia è stata finalmente posta la dovuta attenzione al tema e alla necessità della banda larga, con idee nuove e varie, che incentiveranno l’uso della fibra ottica per il cablaggio delle zone che soffrono il digital divide.
Sconto sulle tasse: questa una delle soluzioni trovate dal Governo: per incentivare la banda larga è stato infatti previsto un credito d’imposta che potrà raggiungere il 50% a valere sui tributi IRES e IRAP per gli investimenti nelle aree sofferenti e classificate come “a fallimento di mercato”. Un passo in avanti molto considerevole in termini di risoluzione delle annose difficoltà inerenti al Piano Banda Larga, e alle difficoltà nel portare in determinate aree la connettività alla Rete Internet ad una velocità pari ai 100 Mbps, che fanno dell’Italia il Paese con maggiore ritardo nell’attuazione dell’Agenda Digitale Europea.
Il citato credito d’imposta è valido per i nuovi scavi e non per quelli relativi a bandi già assegnati prima della pubblicazione del decreto in Gazzetta Ufficiale, tuttavia oltre a ciò il Governo ha messo sul piatto anche una proposta che, già in molti, considerano suggerita de facto dal Movimento 5 Stelle: il catasto delle reti. Con il catasto delle reti si ha oggi una considerazione delle opere di cablaggio in fibra ottica che le equipara “in dignità” alle condutture di gas metano, di acqua potabile, telefonia standard ed elettricità.
Alla luce di ciò e tutto quanto espresso nell’articolo 6 dello Sblocca Italia, possiamo considerare l’attuazione di tale decreto, che speriamo sia presto tradotto nei relativi decreti attuativi, come un atto storico per quanto attiene alla digitalizzazione del nostro Paese: in esso si assegna, infatti, per la prima volta un ruolo autenticamente strategico alle infrastrutture digitali. Il clima di fiducia, che traspare dalle stesse Tlc, da Asstel a Vodafone, non può che farci ben sperare.
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